Un giorno come un altro di Shirley Jackson

“Mr. John Philip Johnson si chiuse la porta di casa alle spalle, scese i gradini e uscì nel luminoso mattino con la sensazione che ogni cosa al mondo andasse benissimo in quella che sembrava una magnifica giornata: il sole non era forse caldo e piacevole, e le sue scarpe non erano belle comode, ora che le aveva fatte risuolare? Aveva senz’altro scelto la cravatta più adatta alla giornata, al sole e ai suoi piedi comodi; dopotutto, il mondo non era un posto meraviglioso? Nonostante fosse piccolo di statura, e malgrado la cravatta fosse magari un po’ troppo vivida, Mr. Johnson irradiava una sensazione di benessere quando scese i gradini, uscì sul marciapiede sporco e sorrise ai passanti, qualcuno dei quali ricambiò addirittura il sorriso.”

Non era previsto, ma senza volerlo mi sono ritrovato a inizio anno con tre libri sul comodino, uno dei quali era “Un giorno come un altro” l’ultima raccolta di racconti della mi adorata Shirley Jackson. Sono corso immediatamente in libreria, il giorno stesso in cui è stato distribuito in tutta Italia, a recuperare la mia copia e ho iniziato la lettura condivisa #tuttipazzipershirleyJ. Avevo voglia di condividere questa novità con qualcuno e assaporare al meglio i racconti di Shirley. Dopo “La luna di miele di Mrs. Smith” , che si avevo apprezzato ma senza restarne troppo entusiasta, le aspettative questa volta erano alte e devo dire sono state altamente superate. In questi ventitré racconti ( il ventitreesimo è uno stralcio dai diari di Shirley) ho ritrovato la brillante ironia, la sottile cattiveria, l’inquietante male annidato nella normalità di ogni giorno. Come una sanguisuga ho assaporato e gustato ogni racconto, sono rimasto affascinato, ancora una volta, dall’incredibile capacità di Shirley Jackson nell’indagare il quotidiano, apparentemente tranquillo, sotto cui si nascondo malvagità, follia, morte e magia. Idilliaci inizi terminano con strambi e inquietanti finali.  Perfetti vicini di casa, cospirano tra loro, covano odio, temono il diverso.

Tate dai poteri magici, si prendono cura del nido familiare. Biglietti innocenti diventano disturbanti e offensivi, piccole incomprensioni scatenano guerre, storie di fantasmi si rivelano reali. Tra queste pagine c’è tutta Shirley Jackson, si riassapora il piacere della sua scrittura, trovato in “Abbiamo sempre vissuto nel castello”, c’è la magia, ci sono le donne sempre protagoniste dei suoi racconti, c’è il mistero, la critica sociale, la vendetta di Shirley sui suoi vicini con storie assurde. Ho amato particolarmente alcuni racconti: Viaggio con signora, perfetto esempio di thriller; Come Charlotte uscì di scena, angosciante; La strana casa accanto, forse uno dei racconti più rappresentativi di tutta la raccolta; Casa, qui i fantasmi sono davvero inquietanti; La possibilità del male, in questo racconto è racchiuso il cuore di tutta la raccolta. Arrivati fin qui credo sia chiaro a tutti voi il mio entusiasmo per questa raccolta, quindi non mi resta che consigliarvi di leggerla e a guardarvi bene da innocenti vecchiette, potrebbero lasciarvi una lettera poco gradita nella cassetta delle lettere.

Duccio

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