Leggere un libro di Amélie Nothomb è come partecipare a una seduta di analisi, durante la quale sei costretto a osservare te stesso e tirar fuori alcuni dei tuoi lati nascosti che non vorresti conoscere.

Considero Amélie Nothomb una delle più grandi scrittici europee dei nostri giorni e unica come persona. Non è facile trovare nel panorama letterario di oggi un’autrice o autore che ci racconti le varie sfaccettature della psicologia e della coscienza umana come sa fare la Nothomb.
Ha una grande capacità di gestire la psicologia e i sentimenti dei suoi personaggi, che durante l’avanzare della storia li vediamo evolversi, o regredire.
Questo meccanismo lo ritroviamo nel suo penultimo libro Colpisci il tuo cuore (Voland, 2108) , tradotto da Isabella Mattazzi. Si tratta di un piccolo libro che in pochissime pagine svela fino a che punto possa arrivare un grande amore contrastato dalla gelosia e l’invidia. È una storia di due donne, come in molti libri della Nothomb ; per esempio in Anticrista o Mercurio. Qui però le due donne hanno un legame indissolubile.
Marie a diciannove anni è la ragazza più bella del suo paese. Tutte le sue compagne la invidiano e i ragazzi la desiderano. Marie non si fa scrupoli a mettersi in mostra davanti a tutti perché come dice nel libro “ora sono io il centro del mondo, ora è la mia storia che conta, non quella dei miei genitori o di mia sorella”. Si sente dunque libera di fare quel che vuole, persino di scegliere il ragazzo più bello della città, farlo innamorare di se, così da farsi invidiare dalle sue coetanee. Ma come in un film di Hitchcock, quando ormai siamo convinti che la storia sia incentra su Marie ecco che la Nothomb usa il suo McGuffin. Marie resta incinta, avrà una bambina incredibilmente bella, Diane, così chiamata dal padre Olivier perché bella come una dea. Dopo un grande sforzo per guardare il viso della bambina appena nata, Marie pronuncia queste parole “Non è più la mia storia. Adesso è la tua.” Detto fatto, la storia narrata non sarà più quella di Marie ma quella della figlia Diane.
Da quando inizia il racconto della piccola Diane , fino ad arrivare all’età adulta, vedremo in lei un cambiamento radicale. Sin da neonata, Diane vede la madre come una dea, da cui però non riceve alcun tipo di attenzione e nessun tipo di contatto fisico. Sa che la ama, ne è certa dopo un breve episodio di una notte, durante il quale la madre sogna la morte della figlia, così agitata si alza dal letto e corre in lacrime ad abbracciarla. Questa sarà la prima e l’ultima volta in cui Marie dimostrerà dell’affetto per Diane. Da qui in poi Diane inizierà a sperare in qualche altro contatto fisico con la madre cercando in lei la tenerezza, finché grazie al nonno capirà che questa mancanza d’affetto è dovuta alla gelosia e invidia della madre nei suoi confronti, ma giustificherà questo comportamento materno come un modo per amarla. Scoprirà poco dopo l’amore e l’affetto dei nonni, che se ne prenderanno cura fino all’età adulta.
Diane però non è la sola figlia di Marie e Olivier. Ha un fratello (Nicolas) e una sorella (Célia), più piccoli di lei. Con loro ha un ottimo rapporto, li adora. Ma sarà attraverso loro che scoprirà il grande dolore, cioè non essere amata dalla madre. Infatti Marie si relaziona con gli altri due figli in maniera completamente diversa, dando loro tutto il suo amore, ma così facendo apre una voragine di dolore in Diane che l’accompagnerà per il resto della sua vita.
Colpisci il tuo cuore è un libro che parla di un’amore immenso non ricambiato, l’amore inesistente di un genitore per il figlio. Amélie Nothomb ci fa immergere nella mente di una bambina , poi donna, e ci mostra i suoi pensieri e sentimenti più intimi come fossimo nella sua testa. Questa è una lettura personale e interiore di una storia che potrebbe essere stata vissuta da molti e raramente raccontata.
Amélie ci fa vivere il dolore di Diane con la sua scrittura semplice ma puntigliosa e con i dialoghi asciutti che vanno dritti al punto, niente giri di parole con Amélie Nothomb, mettendoci di fronte al fatto che ogni cosa che sentiamo è tale, la gelosia è gelosia, l’amore è amore e il dolore è dolore, non serve altro per descriverli.
Duccio
Condivido; leggere Amelie Nothomb è sempre cibo per l’intelligenza
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Smuove l’animo e i pensieri
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