L’Ospite di Sarah Waters

Dopo aver visto Downton Abbey, in noi si è consolidata un’idea ben precisa della nobiltà inglese. Un mondo fatto di maggiordomi e valletti, corse a cavallo e cene eleganti, bei vestiti e tavole imbandite. Forse una vita a volte noiosa, almeno fino all’ora del the.  Ma molte di queste famiglie caddero in disgrazia, sin dal dopo guerra, ritirandosi dal mondo e dando spazio a una nuova classe sociale. 

Il libro di cui vi parlo in questo articolo, è ambientato in quel periodo di decadenza, e rinnovamento sociale. Il suo titolo è “L’ospite” di Sarah Waters, pubblicato in Italia da Ponte Alle Grazie. L’autrice ha alle spalle già cinque romanzi di successo, e da quest’ultimo è stato tratto anche il film del 2018 The Little Stranger, titolo originale del libro, diretto da Lenny Abrahamson, il regista di Room per capirci.

L’autrice ha scritto gran parte del suo romanzo al centro per scrittrici di Hedgbrook ,sull’isola di Whidbey, dove ogni anno vanno a vivere quarantacinque scrittrici provenienti da tutte le parti del mondo, per dedicare tutto il tempo ai loro libri.  

Per scrivere L’Ospite, la Waters ha fatto un approfondito studio sull’Inghilterra del dopoguerra e ha anche letto numerosi romanzi che trattano un classico tra i generi letterari, la ghost story. 

Da queste basi ,fondamentali per il suo romanzo, ha creato una storia che tocca molti aspetti e tematiche interessanti del secondo dopoguerra in Inghilterra.

Ma andiamo con ordine. 

Iniziamo da Hundreds Hall,  la dimora di campagna della famiglia Ayres,  caduta in disgrazia dopo la seconda guerra mondiale. 

Dopo trent’anni il quarantenne dottor Faraday fa ritorno alla villa , che vuole rivedere con grande trepidazione, lì ha molti ricordi della sua infanzia. 

Ripensa a Hundreds Hall come un luogo sfarzoso, piena di vita e luminoso, ma ciò che gli si presenta davanti è qualcosa di completamente diverso. Il giardino, una volta ben curato, ora è pieno di erbacce ed edere che assaltano le mura, creando delle crepe e dando un aspetto spettrale alla villa.

Il dottor Faraday  si presenta alla Hall per visitare la giovane Betty,  unica cameriera degli Ayres, che sostiene di star male, ma in realtà confessa al dottore di aver paura:

<< Oh dottore, non è una casa vera questa! É troppo grande! Per andare da un punto all’altro bisogna fare chilometri; ed è così silenziosa da farmi venire la pelle d’oca. Di giorno va bene  […] ma di notte sono sola. […] Ma non sarebbe così male se non mi facessero andare su e giù per quella vecchia rampa di scale sul retro. E tutti quegli angoli! Non sai mai cosa potrebbe sbucare fuori. Credo he morirò di paura prima o poi!>>

Durate questa prima visita, il dottor Faraday fa la conoscenza dei padroni di casa; la signora Ayres, che egli  ricordava giovane all’età di vent’anni, è ora un’elegante  e allegra signora, ma che spesso si perde nei ricordi del passato; c’è il figlio Roderick, tornato sfigurato dalla guerra e con una gamba mal funzionante, egli dopo la morte del padre ha preso in gestione i disastrosi affari di famiglia; infine  c’è Caroline, descritta come una ragazza intelligente, non molto bella, ed è lei che tiene unita la famiglia.

Handreds Hall non è un luogo accogliente, è una casa fredda, buia, le pareti e la carta da parati sono rovinate dalle piogge, molte stanze sono rimaste vuote e in altre grandi lenzuola bianche coprono mobili e libri. La Hall è un luogo fuori dal tempo, i suoi abitanti non escono molto spesso da lì, se non per fare qualche passeggiata nel villaggio e andare trovare quei pochi amici rimasti. 

Da quella prima visita, per i suoi ricordi d’infanzia, il dottor Faraday si lega agli Ayres diventando un ospite quasi fisso della casa.

La tranquillità iniziale però sembra turbata da qualcosa, piccoli incidenti , la casa scricchiola, fa scherzi, lascia indizi inquietanti sui muri da cui provengono sussurri malevoli e poi un drammatico incidente alla festa della Hall e un improvviso incendio, causato da qualcosa o da qualcuno, cambiano le sorti dell’intera famiglia.

Nel libro ogni cosa è ben calcolata ed equilibrata. La Waters è un’eccellente narratrice, gioca con le nevrosi, le angosce,  le paure e il dolore, che  si alternano a momenti di pace. Ma dall’inizio alla fine del libro, impotenti e insieme al dottor Faraday, assistiamo al disfacimento di Hundreds Hall e degli Ayres.

Sarah Waters fa nascere in noi un grande dubbio, c’è davvero qualcosa in quella casa, una presenza? O sono gli Ayres, in piena crisi economica, privati di una vita agiata, legati al loro passato e ai loro fantasmi, a perdere pian piano la ragione?  Lo stesso dottor Faraday, uomo di scienza, senza mai ammetterlo, inizierà a credere che in quella casa ci sia qualcosa che va al di là del tangibile.

La ragione è sempre più fragile e l’irrazionale prende sempre più piede nella menti dei protagonisti, e anche in quella del lettore. 

La scrittrice non racconta solo una ghost story, ma ricostruisce la vita e le condizioni socio economiche in cui versava l’Inghilterra, alcuni anni dopo la fine della guerra. Se da una parte ci sono gli Ayres, che come fantasmi vivono in quella “troppo grande casa”, dall’altra intere famiglie di dieci persone vivono in povertà sotto lo stesso tetto, senza neanche avere la possibilità di poter pagare un medico. Altrove ci sono le nuove leve, la nuova borghesia che avanza, che acquista terreni, cancella il passato e da nuova vita ai villaggi dell’Inghilterra post guerra. 

Ci accorgiamo che che il mondo va avanti, al contrario di Hunrdreds Halle e dei suoi abitanti, che appartengono ad un mondo ormai scomparso.

Era da molto tempo che non leggevo un romanzo di questo genere così ben costruito.  Non è un libro che vuol far spaventare, ma vi posso assicurare che i momenti di angoscia e paura sono talmente ben descritti che vivrete attimo per attimo ogni sensazione e ogni stato mentale dei personaggi. Dietro a ognuno di loro c’è un grande lavoro, la Waters è un’artigiana della parola, modella i suoi personaggi con maestria. Li vediamo cambiare pian piano, farsi sempre più cupi ,scontrosi e chiusi verso il mondo esterno. Sentirete ogni rumore o suono proveniente da Hundreds Hall ma non ne avrete timore, perché Caroline non ha paura. Scoprirete come un attacco d’ansia possa portare a compiere gesti estremi e allucinazioni, che forse non sono allucinazioni. Non so dirvi se gli Ayres abbiano ragione o meno su quella casa, certo è che io a volte ho dubitato della mia ragione.

Duccio.

Per i più curiosi qui trovate il trailer del film:

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