
Lettera 7C apre con un libro tutto italiano, Mistero Napoletano il romanzo- inchiesta di Ermanno Rea (Gli Struzzi , Giulio Einaudi Editore 1995, premio Viareggio 1996) , che fu giornalista per l’Unità, fotoreporter e scrittore. Sono contento di iniziare con questo libro, che ho scovato per puro caso tra un mucchio di vecchi libri in una piccola libreria di Pisa un paio di anni fa. Come tanti altri libri che sono ammucchiati sul mio comodino è rimasto lì ad aspettare per parecchio tempo. Ad essere sincero avevo dimenticato di possedere questo libro, solo poco tempo fa l’ho riscoperto perché attirato dall’immagine di copertina e sopratutto sono stato molto incuriosito dal sottotitolo questo libro: “Vita e passione di una comunista negli anni della guerra fredda.”. La storia di una comunista , di una donna e di una giornalista.
Napoli è stato sicuramente il secondo elemento che mi ha attirato in questa lettura. Una città affascinante come questa è piena di misteri e storie che andrebbero raccontate. Ed è così che Rea rende la città di Napoli una delle protagoniste di questo libro.
Il libro ricopre un arco temporale che va dal 1946 al 1961, anno in cui la protagonista Francesca Spada, amica e redattrice culturale dell’Unità, decide di togliersi la vita. Come? Perché? È quello che Ermanno Rea cerca di capire, indagando, facendo ricerche, incontrando vecchi amici e colleghi del passato, di quando lavorava come giornalista per l’Unità insieme a Francesca e il marito Renzo. È un’indagine che indaga in profondità, scende in mille particolari, e che coinvolge i protagonisti della vecchia politica italiana.
Rea redige un diario lungo 4 mesi, dove collega e connette avvenimenti e fatti accaduti in quegli anni e che riesce a ricollegare a Francesca e Renzo, la cui relazione già complessa ,viene continuamente minata da attacchi esterni. Ritrae con amarezza la vita all’interno del partito comunista, ne delinea i vari aspetti mostrando la sua chiusura a qualsiasi forma di novità o proposta di cambiamento, un partito maschilista che rendeva difficile la vita a molte delle donne che ne facevano parte.
Ma il PCI è solo uno dei cardini di questo libro; infatti Rea si sofferma a raccontare e analizzare varie situazioni politiche ed economiche dell’Italia, al punto di divenire parte dell’intricato contorno narrativo, così diventano anche protagonisti intrighi politici e gruppi di intellettuali ribelli al partito.
Lo scrittore ci racconta di come Napoli, sia stata scelta dopo la seconda guerra mondiale, dagli americani per trasformarla nel più importante centro di controllo navale su tutto il Mediterraneo, e dunque di come Napoli abbia dovuto rinunciare alla sua rinascita nel dopoguerra.
Nel mezzo di questo ingarbugliato gomitolo di storia italiana e di vicende legata ad essa, il filo conduttore della storia resta quello di Francesca. Madre di quattro figli, due dei quali non riuscirà a vedere per molto tempo a causa del complesso rapporto con l’ex compagno.
Francesca è un’intellettuale e una donna che amava il suo lavoro di giornalista, grande amica per molti e nemica giurata per tanti altri, che non le hanno reso la vita più facile. Rea cerca di capire quali siano state le vere motivazioni che hanno portato al gesto estremo del suicidio. Forse le ha trovate, o forse no.
Non è stato facile leggere questo libro, qualche volta per via del dilungarsi dello scrittore stesso su episodi che portavano lontano dal focus principale della storia, altre volte perché non sempre è stato facile restare dietro a tutti quei personaggi che rivivono nel libro, si sente però la necessità di andare a ricercare uno per uno questi personaggi così da comprendere meglio la storia stessa che ci viene raccontata. Mistero Napoletano è un libro duro e controverso, che rispolvera alcuni avvenimenti della storia italiana, ma che probabilmente resteranno racchiusi tra quelle pagine.
Duccio.